Capitolo 8

 

...Riuscii a scorgere con la coda dell'occhio una piccola ombra scura che si allontanava e, senza perdere nemmeno un secondo, mi gettai all'inseguimento. Non tardai a raggiungere la mia preda, le saltai addosso e la bloccai rotolando in un cumulo di escrementi freschi. Il ladro era lui, subito mi ripresi lo zaino: davanti a me avevo un esserino tutto pelle ed ossa dal viso molto particolare. Il fisico era quello di un bambino di 7-8 anni ma la faccia... era un pugno nello stomaco: rugosa, sembrava il muso di un piccolo dinosauro o, se volete, di una tartaruga; il mento-incredibilmente doppio!- era molto arretrato e quasi si fondeva nel collo, rendendo la parte superiore della bocca (la mascella per intenderci) simile ad un becco. Lo colpii con forza sulla base del cranio deciso a vendicarmi per il furto e a farmi dire chi cazzo fosse, ma con mia grande sorpresa quello si mise a ridere. "Mi fai morirre! Mi fai creparre!" parlava con una voce ridicola ed irritante ad una velocità per me insostenibile. Lo colpii ancora, stavolta per farlo smettere, ma "l'uomo-tartaruga" non taceva un attimo e, ebete, si raggomitolava per terra dando schiaffetti improvvisi nell'aria (probabilmente ad oggetti che vedeva solo lui). Ero esasperato-puzzavo di merda da capo a piedi-e mi rammaricavo di non possedere una pistola per poter freddare l'omuncolo rompicoglioni tarantolato...

 

 

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