Capitolo 7

 

...Ormai ero arrivato a Rivaroland: la città vera e propria non distava che un paio di miglia e quelle che stavo superando non erano che le catapecchie che ne costituivano i sordidi suburbi. Dappertutto scorgevo accattoni, esseri che poco o nulla avevano di umano e loschi figuri, che facevano a gara a rotolarsi nel vomito e nella merda: per un momento fui assalito dal panico al pensiero che uno di questi potesse solo sfiorarmi. E fu proprio ciò che avvenne: uno strano essere incappucciato avanzò zoppicando verso di me che rimanevo impietrito e, giunto a non più di una spanna dal mio viso, scoppiò a ridere. Più che un riso il suo sembrava il gracchiare di un corvo, sentivo il suo alito fetido che mi faceva perdere i sensi: "Vattene, piccolo stronzo!" fu ciò che mi disse-o che io credetti di aver sentito-e subito scomparve alla mia vista. Impiegai quella che mi sembrò un'eternità a riavermi dallo spavento e, bestemmiando, mi accorsi che il mio zaino era sparito...

 

 

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