..."Ehi, fa' attenzione, stronzo...". Mi voltai verso la voce o, sarebbe più corretto dire, il rantolo alle mie spalle e notai, con grande imbarazzo, il tipo accucciato a non più di un passo da me che avevo rischiato di calpestare. Si trattava di un mendicante a giudicare dall'aspetto dimesso e dai pochi spiccioli nel bicchiere di carta trasparente davanti a lui; aveva i riccioli, inforcava un paio di occhiali scuri e reggeva, dondolando la schiena con un ritmo ipnotico, un pezzo di cartone recante una scritta poco comprensibile a causa della calligrafia incerta, che recitava così: "Io mi ciamo Massucchius e sono sordo e pure ceco a uno orechio ti prego avete pieta di me e aiutare crazie". Il lacero-pitocco, che al momento battezzai Pendolo di Foucault, mi offriva la possibilità di redimermi e, senza nemmeno pensarci, mi abbassai e gli diedi i soldi che avevo sottratto a Pregoli. Non ebbi nemmeno il tempo di rialzarmi che già l'accattone, con mossa fulminea, si era già intascato il mio denaro e, con quel sibilo roco appena udibile che emetteva dalla bocca quando parlava (riuscii a stento a sopportare il suo alito nauseabondo), mi sussurrò: "Fantastico...". Niente male per un cieco, pensai...
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