Capitolo 25

 

...Impiegò pochi minuti a riprendersi completamente; lo vidi infilarsi le mani in tasca ed esaminare il contenuto del suo portafoglio, il tutto in maniera febbrile. Intuii dall'urlo disumano seguito da una lunga serie di imprecazioni e bestemmie che si era reso ben conto della scomparsa dei suoi soldi. Per un attimo, vedendolo gettarsi con violenza contro tutto ciò che gli capitava a tiro, temetti di essere scoperto: per mia fortuna, dopo aver osservato il ragazzo rimanere per circa un minuto fermo e silenzioso a riflettere su chissà che cosa, potei tirare un sospiro di sollievo quando capii che si stava allontanando di corsa. Non osai muovere nemmeno un passo dal mio nascondiglio finchè non fui alquanto certo di essere rimasto solo e, quindi, di non correre più pericolo alcuno. Abbandonando il luogo del misfatto cominciai ad essere assalito dai dubbi: era la mia coscienza che, rimasta inerte fino ad allora, si era risvegliata di colpo e cominciava a torturarmi facendomi star male anche fisicamente. Fui scosso da forti conati, la testa cominciò a girare vorticosamente e soltanto dopo aver inondato di vomito la strada mi sentii, grazie a Dio, un pochino meglio...

 

 

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