Capitolo 27

 

...Passai il resto della mattinata a gironzolare senza meta per le vie di Rivaroland e, all'ora di pranzo, comperai della frutta fresca presso una bancarella. Mentre gustavo dei succosi acini d'uva di incredibili dimensioni, notai che i muri delle case circostanti erano tapezzati di fogli che informavano circa l'impegno imminente che di lì ad una settimana avrebbe coinvolto tutti gli abitanti: le elezioni del borgomastro locale. Fermai un'anziana signora che arrancava curva sotto il sole trascinando pesanti sporte, frutto probabilmente della spesa mattutina al mercato, e gentilmente mi offrii di darle una mano. Questa, durante il tragitto, spiegò a me che ero forestiero come le elezioni in realtà erano ormai da parecchi anni un'autentica farsa: erano sempre di meno i cittadini "onesti" che andavano a votare, poichè l'esito era scontato e noto a tutti. Il marchese de Rivarol vinceva immancabilmente da tre lustri e nessuno era in grado di contrastarlo: i pochi che ci avevano provato erano stati eliminati-alcuni anche fisicamente-senza grossi sforzi o, in seguito ad ogni tipo di intimidazione, avevano ritirato la propria candidatura in piena campagna elettorale...

 

 

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