...Ormai mi ero riposato abbastanza e non vedevo l'ora di mettere qualcosa sotto i denti. Decisi di non cenare alla locanda e uscii: fuori era già buio, ma l'atmosfera era sempre satura di odori e il frastuono imperante non accennava minimamente a diminuire. Attraversai diversi vicoli e stradine stando attento a non perdere il senso dell'orientamento: sapevo che Krazie, durante la mia assenza, non ci avrebbe pensato su due volte a "ripulirmi" la stanza e, pur avendo deciso di portare con me le cose di maggior valore, contavo di mangiare in fretta e di tornare nella mia camera al più presto. Giunsi dinnanzi all'insegna de "Il Dragone dell'Amore", un "buco" maleodorante che, a quanto pareva, serviva cibo cinese e lì mi fermai. L'interno era avvolto da una cortina di fumo impenetrabile e, grazie alla scarsa luce rossastra che a stento riusciva a crearsi un varco nella penombra, riuscii ad arrivare al bancone per le ordinazioni. "Il Dragone dell'Amore" era affollatissimo e faticai non poco a superare con la mia voce il rumore provocato dagli altri avventori: una cameriera dai tratti somatici orientali, molto carina, mi portò nel giro di cinque minuti la specialità della casa...
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