Capitolo 15

 

...Con grande lentezza-sembrarono passare delle ore-la porta della mia stanza fu aperta: io fingevo di dormire profondamente, emettendo un respiro regolare e piuttosto rumoroso, ma tenevo un occhio ben aperto, in maniera tale da avere la situazione sotto controllo. Una sagoma scura, con grande circospezione, si sincerò che io fossi immerso nel mondo dei sogni e, convinto in tal senso grazie alla mia performance di attore consumato, cominciò a rovistare nei cassetti del comodino e nell'armadio senza, però, portare via niente. Probabilmente stava cercando del denaro ed in cuor mio gioivo per la mia oculata decisione di tenere nascosti i pochi spiccioli che avevo nella federa del mio cuscino, a diretto contatto con la mia nuca. Prima che il ladro se ne andasse lo sentii scivolare ai piedi del letto e una mano dal tocco leggerissimo mi sfiorò l'inguine. Rimasi lo stesso immobile e silenzioso; con un colpo di fortuna riuscii anche a riconoscere il misterioso visitatore che, giunto in prossimità dell'uscio della camera, fu investito in pieno volto dalla luce che proveniva dall'esterno: "Porca puttana!" pensai scorgendo il volto scimmiesco del gestore della locanda. E, per la seconda volta da quando mi trovavo lì, ebbi una folgorazione...

 

 

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