Capitolo 11

 

All'interno uno strano tipo dal volto vagamente scimmiesco, con un paio di baffetti e un pizzetto spelacchiato, mi assegnò una camera per la notte, la numero 7. "Ferro!! Fagli vedere la stanza!" gridò improvvisamente: apparve come dal nulla quello che sembrava un ragazzino, sbarbato e faccia pulita, con un vago sorriso ebete stampato in faccia. A dire la verità il ragazzo non doveva avere tutte le rotelle a posto; pronunciava frasi smozzicate con voce strascicata, molto sgradevole: "Grande... Voglio sapere tutto di te... Quattro zanzare...".... Spesso credevo mi stesse rivolgendo la parola, ma tutte le volte che ero lì lì per aprir bocca e rispondergli mi rendevo conto che in realtà il mio accompagnatore era distante miliardi di anni luce da me, "viaggiava" solitario in un mondo parallelo al mio. La camera 7 era piuttosto piccola ma abbastanza pulita e tutto sommato accogliente. Su una parete si notavano due enormi poster: il primo raffigurava una splendida ragazza nuda, dall'espressione conturbante, il secondo un giovane cantautore, in auge una dozzina di anni prima, di cui però mi sfuggiva il nome...

 

 

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